Riprendono i dibattiti in chiave Sophiartistica con................
PROIEZIONE E DIBATTITO SOPHIARTISTICO

SABATO 12 NOVEMBRE ORE 15,30
"L'ignoranza è una benedizione ma affinché la benedizione sia reale, l'ignoranza deve essere così profonda da non sospettare neppure di se stessa” E. Allan Poe
“... trasformare l’Essere in Amore, questo porta alla gioia, questo è lo scopo che la vita assegna all’uomo, questa è la meta che fa dell’uomo una persona compiuta” A. Mercurio
IL FILM
Un film del 2017 scritto e diretto da Matteo Vicino, proiettato in America, Portogallo e Inghilterra prima di essere distribuito in Italia. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, soprattutto all'estero, tra cui:
Fort Lauderdale International Film Festival – 2017
Standing ovation for Best Director in a Foreign Movie
Best Director Foreign Picture
Lisbon International Film Festival - 2017 (Best Narrative Film)
Crystal Palace International Film Festival London - 2017 (Best Feature Film)
The Valley North Hollywood International Film Festival - 2017 (Candidatura miglior film)
Asti Film Festival - 2017 (Premio Speciale della Critica)
Philadelphia Independent Awards - 2017 (Best Picture)
Pulcinella Film Festival Napoli - 2017 (Gran Premio della Giuria)
TRAMA
In una Bologna contemporanea, si snodano storie amorose e di amicizia che portano alla luce le difficoltà di costruire relazioni autentiche.
Il film è narrato in quattro episodi principali, in cui gli attori, sempre gli stessi, cambiano di ruolo e posizioni “esistenziali”. La sequenza temporale non è definita, molto viene lasciato all’interpretazione dello spettatore, a cui viene chiesto, allo stesso modo, di cambiare punto di vista e prospettiva.
LETTURA SOPHIARTISTICA DI UN FILM
Ci sono film che sono delle vere e proprie opere d’arte nel cogliere i vari aspetti dell’animo umano. I film che ci interessano maggiormente sono quelli che raccontano una trasformazione perché possiamo utilizzare l’arte espressa dal film e dal regista per contattare la stessa arte trasformativa presente dentro ognuno di noi. In questo senso la Sophia-art (saggezza dell’arte) che ci ha donato il nostro maestro Antonio Mercurio, è un utile strumento e stimolo per indagare su noi stessi e sui meccanismi che muovono le fila della nostra esistenza.
UNA CHIAVE DI LETTURA
LOVƎRS - L’amore e il suo contrario
Nell’ignoranza di una cultura sull’amore, la relazione con se stessi e con gli altri si ripete ciclicamente: un gioco dell’oca in cui si ripropongono schemi sterili e superficiali ai quali non sembrano esserci alternative. Una società che non si fa carico dell’educazione emotiva, che non si prende cura della persona in quanto tale, è destinata all’alienazione.
Lovɘrs è un film su come l’amore non è.
I protagonisti si muovono e cozzano contro gli stessi problemi e a turno ognuno si propone come vittima o aggressore nella relazione. La quasi totale assenza di consapevolezza e conoscenza, lascia spazio a falsi miti: l’amore romantico, la fama, la ricchezza come realizzazione personale.
Il film si snoda attraverso storie di relazioni in cui l’incontro con l’altro non si realizza mai veramente. In ogni episodio vengono declinati possibili scenari che hanno come base l’individualismo. Sembrerebbe che l’amore si possa vivere solo in maniera egoistica. Forse perché è più semplice chiudersi nelle proprie credenze e condizionamenti piuttosto che rischiare di perdere parti di sé nell'incontro con l’altro?
Nella ricerca esclusiva del piacere individuale si abdica alla progettualità comune e il potere personale è utilizzato in maniera manipolatoria sull’altro.
Il film è provocatorio e mette in luce la difficoltà esistenziale dell’essere umano di connettersi col proprio Sé.
Ma che soluzione possiamo trovare per vivere in maniera autentica l’altro da noi? Che valore vogliamo dare oggi all’amore e all’amicizia?
Possiamo ridurci ad essere come automi e generare continuamente le stesse dinamiche, individualismo, egoismo, gelosia, tradimento, vendetta oppure possiamo darci un’identità diversa, attraverso la costruzione di una diversa cultura dell’amore e delle relazioni umane.
Possiamo dunque riconnetterci con tutte le nostre parti per ritrovare e creare la Bellezza perduta della vita.
Per analizzare le principali dinamiche presenti nel film divideremo i temi per episodi, seguendo la logica data dal regista.
EPISODIO 1
Il primo tradimento è quello verso se stessi
Il freddo cinismo e il rancore nei confronti dell’altro portano i protagonisti a creare dinamiche esplosive.
In questo episodio, l’orgoglio ferito e l’incapacità di superarlo hanno come conseguenza una morte, attraverso un tentato omicidio che diventa suicidio.
Simbolicamente si verifica una morte a livello “spirituale” ogni qualvolta non si rimane in contatto con l’amore per se stessi.
Sia che si tratti di aspettative che vengono disattese, sia che si tratti di annullarsi per rendere felice l’altro, la dinamica è la stessa: la rinuncia al proprio Progetto Esistenziale. Non c’è autentico altruismo che non contempli l’amore per se stessi.
Essere disponibili aI tradimento di sé e della propria progettualità si manifesterà nella realtà esterna facendo sì che le migliori energie vengano impiegate per un progetto che non è nostro nè condiviso e questo è distruttivo.
La vita chiede continue trasformazioni, e trasformarsi non è facile, occorre essere disposti ad attraversare il dolore. Spesso per non sentire questo dolore, ci si protegge con la razionalità estrema, con la freddezza, o con l’indifferenza, fino al punto di considerare l’altro un mezzo attraverso cui avviene la nostra realizzazione.
Ma che valore ha una persona? Che valore abbiamo come persone?
Secondo la definizione di Antonio Mercurio, Persona è un fine e non un mezzo, è colui che è in grado di amare se stesso, amare l’altro ed essere amato nella Libertà. Con questa nuova consapevolezza la cultura dell’amore può cambiare: l’incontro con l’altro non avviene attraverso l’annullamento del singolo ma con l’unificazione armoniosa delle parti.
EPISODIO 2
L’amore come possesso
Il secondo episodio inizia nel negozio di articoli sportivi, dove i due protagonisti lavorano come commessi.
La seduzione viene utilizzata come strumento principale per raggiungere obiettivi ambiziosi, perdendo di vista se stessi e gli altri.
L’inganno nell’amore e nell’amicizia è la dinamica attraverso cui si dipana la storia. Ma il tradimento primario è verso se stessi, dopodiché diventa giustificata e quasi lecita l'infedeltà nella coppia e nella vita.
Quando i sentimenti duraturi non esistono non si pone il problema di rimanere fedeli a se stessi. Qui leggiamo un doppio tradimento: verso il proprio Progetto Esistenziale e verso la coppia.
Quando l’amore c’è è soprattutto possesso perché l’altro non viene visto né percepito nella sua interezza di persona ma come una parte mancante di sé di cui ri-appropriarsi.
L’amore possesso non è una soluzione definitiva alla mancanza, ma porta alla distruzione dei rapporti. Il potere esercitato sugli altri per il proprio interesse è distruttivo, mentre il potere creativo è quello utilizzato per creare Bellezza.
In questo contesto la soluzione sta nella scelta tra l’amore e l’odio. Scegliere l’odio porta alla distruzione, scegliere l’amore libera e crea. Ognuno di noi ha questa possibilità di scelta, sempre.
Di fronte ad una ferita, possiamo reagire odiando e vendicandoci oppure perdonare per l'offesa ricevuta e creare così una dimensione che prima non c’era. Questo è il passaggio dalla dimensione psichica, fatta di reazioni, di condizionamenti familiari e sociali, a quella spirituale centrata sul Sé.
EPISODIO 3
La paura dell’abbandono
Perché a volte si vive l’amore con la paura dell’abbandono? Cosa temiamo veramente?
Il centro della storia del terzo episodio è la gelosia, dietro la quale si cela una profonda ferita: la perdita della fiducia negli uomini. Questa ferita scatena dinamiche di manipolazione e di rabbia nei confronti degli altri tre protagonisti nonostante i comportamenti siano rispettosi e non provocatori.
Il non aver risolto i vissuti antichi, il non essere entrati in contatto con le proprie emozioni e autenticità, porta a vivere nel rapporto con l’altro atteggiamenti volti a soddisfare i bisogni irrisolti, senza riconoscere l’altro nella sua interezza e nella sua libertà.
Assumersi le responsabilità dei propri veleni esistenziali e perdonarsi, rende liberi dal rapporto di dipendenza e consente di liberare l’altro dal ruolo di salvataggio proiettivo che gli viene attribuito. In poche parole se sviluppiamo la nostra libertà riconosciamo anche la libertà dell’altro, scegliendo così di ascoltare il nostro Sé.
EPISODIO 4
Il progetto vendicativo
L’ultimo episodio si apre con una conferenza di uno scrittore incompreso che fa della sua cultura un motivo di vanto per esaltare il proprio ego e per umiliare gli altri. Il progetto di vendetta si dipana in un susseguirsi di menzogne e false identità, in cui facilmente si rinuncia alla propria autenticità in cambio di successo e fama.
Ma il mio ego corrisponde alla mia identità? No, l’ego ha a che fare con la mia parte psichica, mentre la mia identità come persona è più profonda ed è legata alla mia unicità.
Quando non si è riconosciuti e amati per come si è si incontra il dolore. Di fronte alla ferita può nascere un progetto vendicativo che continua ad agire seminando odio nelle relazioni, senza restituirci benessere. È più facile odiare seguendo un condizionamento che assumersi la responsabilità di un’evoluzione e le relazioni umane diventano sterili, così come l’arte senza emozioni cessa di essere arte.
Fare della propria vita un’opera d’arte vuol dire imparare a fare continua sintesi degli opposti: tra amore e odio, libertà e schiavitù, verità e menzogna, orgoglio e umiltà…
Mai come oggi, i giovani, gli adulti “ [...]. si sentono ingannati, strumentalizzati, disperati per la loro vita non vissuta. Stanno sprofondando in una sorta di anomia e di carenza di presenza sociale. [...] Riteniamo che, per capirli, bisogna immergersi in questo lungo presente senza modelli, analizzare quella dimensione utopica, dato costante che emerge dalla loro ribellione, non con gli strumenti limitati e ristretti di una cultura ormai logora e usata, bensì nella prospettiva di una cultura antagonista: la cultura dell’amore”. (Antonio Mercurio - Lettera agli uomini)
SCENA FINALE
Per la lettura che abbiamo dato a questo film la scena finale rappresenta la chiusura di un ciclo e l’apertura a una nuova possibilità. Come artisti della vita sta a noi prendere quelle decisioni evolutive che possono cambiare il corso della storia.
Microcosmo, 16 Ottobre 2022
Locandina a cura di:
Anna Agresti,
Dania Biagini, Francesca Brabanti, Adele Cossu, Lorenza Crocicchi, Margherita Giugliano, Eleonora Padovani, Carmine Pascuzzo.
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