Il coraggio di appartenere a se
stessi -
IL FILM
Assolo è un film del 2016, scritto e diretto da Laura Morante.
Dopo un discreto successo
nelle sale di tutta Italia, la pellicola ha ottenuto varie
candidature per prestigiosi premi come:
David di Donatello, Nastro d'Argento, Globo d'oro e Ciak d'oro.
TRAMA
Flavia è una donna di mezza età, single, reduce da due divorzi,
con due figli, fragile e
maldestra, alla ricerca della bellezza perduta, e dell’amore per
se stessa.
Una chiave di lettura per ASSOLO
Il film Assolo si apre con una dichiarazione di inadeguatezza e
bassissima autostima da parte
della protagonista. Nel sogno che Flavia racconta alla sua
analista, nessuno degli uomini che
ha amato nella vita è particolarmente addolorato durante il suo
funerale. In un secondo sogno,
racconta di essere in un coro che canta una musica molto bella e
di sentirsi molto brava; ma
quando improvvisamente tutti smettono di cantare, durante l’assolo,
la sua voce comincia a
stonare, si incrina e questo la fa vergognare molto.
È chiaro che il primo problema di Flavia sta nella relazione con
se stessa: Flavia non si ama
e pensa di non meritarsi l’amore degli
altri. Il rapporto con se stessa è
caratterizzato da un
perenne senso di colpa, che si rinnova in ogni possibile occasione. Un
macigno che Flavia si
porta dentro già da bambina come conseguenza di condizionamenti
colpevolizzanti.
Possiamo descrivere questa introiezione come la colpa di non essere adeguata alle richieste
degli altri. Per paura di essere abbandonata, Flavia rinuncia al progetto del Sé, si annulla
continuamente e accondiscende ai bisogni degli altri anziché
seguire i suoi desideri.
Una persona che rinuncia a se stessa per essere amata, diventa un
accessorio perché non ha
identità, progettualità, non prende posizione, non attrae nessuno
a sé. Senza amore per se
stessi difficilmente si potrà percepire l’amore dell’altro. Se non
ci si riconosce un valore, di
conseguenza anche gli altri non vedranno alcun valore.
Attraverso un ricordo adolescenziale vediamo che Flavia fa
esperienza di accondiscendenza
fin da giovane,
nel caso specifico nei
confronti dell’amica che le ruba il ragazzo e che si trova
addirittura a consolare. Ed ecco che perpetua le stesse strategie
per “rendersi amabile” anche
nella vita adulta quando le stesse dinamiche rifiutanti le si
ripresentano nei rapporti di coppia
e nelle relazioni d’amicizia. Flavia ha sviluppato l’accondiscendenza
come meccanismo di
difesa.
Le strategie difensive che si mettono in atto per paura di non essere
amati e per non sentirsi
soli sono molto pericolose: Flavia è succube di tutto, subisce in
silenzio ed entra in rapporti di
dipendenza con gli uomini della sua vita, diventando addirittura
amica delle mogli dei suoi
ex mariti, come a confermare perennemente la sua inadeguatezza.
Inconsciamente questo
accade perché continua a mantenere intatto dentro di sé un credo
profondo: non sono
amabile. È possibile adattarsi e quasi affezionarsi alle proprie
convinzioni antiche, seppur
pericolose, perché ci accompagnano da tutta la vita. In questo
caso il Sé si oscura come una
vera e propria eclissi.
"Il Se' è per l'uomo quello che il
sole è per la terra: energia luminosa, termica, cinetica, che
equivale a dire Amore, Verità, Libertà,
Decisionalità” (A.Mercurio, La
Sophia-Analisi e il
Principio della Gioia, ed. Sophia University of Rome, 2011)
Flavia ha perso il contatto con il suo Sé: non è in grado di sentire quello che vuole,
tutta la
sua energia è concentrata all’esterno, un invischiamento totale
con l’ambiente che la
circonda, in cui svolge il ruolo di vittima e a cui gli altri
partecipano nel ruolo di aggressori
ma nei quali rapporti, come dice la sua analista, non vi sono
assoluti positivi o negativi ma
solo tante figure imperfette e umane.
Accettare la propria imperfezione, significa reagire, prendere in mano la propria
vita,
mettersi alla guida nella direzione voluta, prendersi cura di se
stessi. Nonostante le esperienze
fallimentari Flavia persevera nel suo processo di crescita, anche
attraverso il percorso di
analisi che la sostiene nel comprendere l’origine dei suoi
pensieri, delle sue reazioni emotive.
La vita emotiva di Flavia si trova in un ingorgo, rappresentato
dalla scena dell’esame per la
patente, simbolicamente il culmine del suo malessere. È un
crescendo, ripetitivo e doloroso.
"Vogliamo decidere da persone
intelligenti come siamo, di darci il tempo e il modo di
imparare l'arte e la scienza per amarci,
per amare e per essere amati" (A. Mercurio, La
sophianalisi e il principio della gioia, Ed. Sur, 2011).
Crescere e trasformarsi ha i propri tempi, necessari e tagliati su
ciascuna persona. Non può
accadere in un giorno o in poche ore perché separarsi dalle
proprie parti disagevoli implica
spesso emozioni profonde e non facilmente superabili. Accettare i
propri tempi, rispettando le
proprie difficoltà e fragilità, è anch’esso un atto d’amore verso
se stessi. Spesso la crescita è
un processo sottocutaneo che procede anche senza che se ne abbia l’immediata
percezione.
Esso ci consegna il risultato quando meno ce lo aspettiamo, aiutandoci
a riconoscerlo anche
nei piccoli gesti di persone, a volte sconosciute, con cui
entriamo in contatto.
Per Flavia il momento di cambiamento si innesca con una decisione, in un taxi, di notte, in
un momento catartico sottolineato dalla pioggia battente, sotto lo
sguardo tenero e
comprensivo di un’altra donna.
Dal fondo si può risalire. Occorre non aver paura di guardare in
faccia la dolorosa verità: per
prendere in mano la propria vita è necessario decidere
profondamente di chiudere le porte dei
condizionamenti più antichi, che la vogliono al servizio dei
bisogni degli altri, masochista e
umiliata. Occorre prendere una decisione nuova, seppur paurosa, e aprirsi ad altre parti di sé,
ancora inesplorate. Occorre affrontare la paura della solitudine per trovare il
coraggio di
appartenere a se stessi.
LA QUESTIONE DELLA SOLITUDINE
Tra le difficoltà della vita rientra il nostro rapporto con la
solitudine. E a questa, come a tutto,
bisogna trovare un significato. Dare significato a quello che
accade significa che ogni pezzo
torna al suo posto; è un respiro in mezzo agli interrogativi
opprimenti che non sembrano
avere risposta. Possiamo considerare la solitudine come origine e
fine per la connessione col
Sé. Ma qual è il compito che ci indica il Sé? Noi stessi siamo il compito, la nostra vita
e noi
stessi siamo il Progetto del nostro Sé. Se noi stessi siamo il compito, allora il
compito è
inesauribile. E se il compito è inesauribile, le difficoltà, gli
ostacoli che incontriamo saranno
continui.
La solitudine è necessaria per ascoltare se stessi in maniera
profonda, e l’ascolto è possibile
solo quando non ci lasciamo divorare dal tumulto e dal frastuono
delle cose che sono fuori
ma anche dentro di noi. Se la solitudine intesa come ascolto
profondo di Sé è apertura nei
confronti della vita e degli altri, l’isolamento è, al contrario
un ripiegamento su se stessi, una
pericolosa chiusura. Nell’era della comunicazione digitale il
rischio di naufragare
nell’isolamento è realistico determinando silenzio del cuore e trascendenza perduta.
Dunque impegnarsi in una impresa certo faticosa, come quella di
affrontare la solitudine per
riconnettersi all'essenza, può portare alla pace e alla serenità e
al senso di appartenenza ase
stessi e a questa vita.
IL CORAGGIO DI APPARTENERE A SE STESSI
Assolo: composizione, o parte di essa,
eseguita da un solo esecutore (vocale o strumentale),
isolato da una massa corale o
strumentale. Oppure: azione isolata, di persona che si stacchi
o emerga da un gruppo. Distacco.
Autonomia. Voglia di diventare grandi. In musica un
assolo, o solo, è una breve sezione solistica
presente in un brano, oppure un brano musicale
eseguito da un unico suonatore o
cantante.
Con il film Assolo vogliamo darci uno spazio di riflessione e
confronto sul significato di
appartenere a se stessi e sul coraggio
necessario per superare la paura della
solitudine e
dell’abbandono. La vita è movimento, è evoluzione. Regolarmente
attraverso segnali ci dice
che qualcosa nel nostro modo di pensare, essere, agire deve
cambiare affinché sia possibile
un passaggio esistenziale che ci porti al cambiamento di
situazioni penose e ripetitive. Tale
passaggio esistenziale, è ogni volta che si realizza, una
rinascita a sé stessi: "per nascere
bisogna prima capovolgersi. Capovolgersi
significa cambiare identità". (A.Mercurio, Le
leggi della vita, A. Mercurio, ed. Sur) Per arrivare ad essere
sempre più consapevoli e liberi si
può cambiare posizione ogni volta che è necessario.
Vogliamo pensare che il film Assolo inizi con un messaggio
positivo dato che Flavia è in una
seduta terapeutica e ciò significa che ha deciso fortemente di
mettere in atto un cambiamento
nella sua vita e lo fa attraverso una richiesta d’aiuto. Il
percorso di Flavia è un po' anche "il
percorso", ovvero quello di chi vuole arrivare sempre più
avanti verso la consapevolezza.
L'amore per se stessi è una decisione coraggiosa ed una grande
conquista che si fa giorno per
giorno, non priva di fatica, perché decidere di aprire le porte
chiuse e lasciare andare le paure
è un atto di estremo coraggio. "L'agire segue l'essere ma è l'agire che accresce
l'essere"
(A.Mercurio, La sophianalisi e il principio della gioia, ed.Sur,
2011). La vita ci propone
sempre una via di uscita, offrendo, anche nei momenti più bui,
speranza e alternative che è
importante imparare a riconoscere; chiedendo aiuto quando sentiamo
di non farcela da soli.
L’ultima scena del film, lasciata all’interpretazione dello
spettatore, può essere interessante
per valutare, da soli e in un confronto con gli altri, cosa pensiamo
che possa accadere dopo.
Vogliamo pensare che qualcosa di diverso sia possibile sempre,
oppure che la vita è una
ripetizione eterna di condizionamenti antichi?
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Locandina a cura di:
Anna Agresti,
Dania Biagini, Francesca Brabanti, Adele Cossu, Lorenza Crocicchi,
Margherita Giugliano,
Eleonora
Padovani, Carmine Pascuzzo