CRITICA SOPHIARTISTICA DI UN FILM

 cinematerapia, ovvero... Sophia-art  ... ovvero...allenarsi a fare della propria vita un'opera d'arte          

    

Da venti anni Microcosmo sperimenta la critica Sophiartistica di un film. (CINEMATERAPIA) 

Si tratta......di considerare un film come fatto da tante tessere di mosaico e convincersi che nessuna di queste tessere è stata messa lì a caso: ognuna è indispensabile per poter capire la figura d’insieme.Ma ogni tessera ha due facce, una manifesta e una latente.Quella manifesta serve per raccontare una storia e quella latente serve per imprimere a questa storia un significato particolare, quello che il regista vuole condensare nella sua opera, per parlare del modo come lui vede la vita e come vede i suoi problemi, siano essi sociali, storici o esistenziali.

Una chiave di lettura è una chiave per aprire il forziere delle immagini. E’ un modo di tagliare un film come si taglia una pietra preziosa e darle quelle sfaccettature che essa conteneva ma non erano visibili....

...Nel fare questo lavoro ho seguito questo principio: essere fedele al regista ed essere fedele a me stesso. L’essere fedele al regista mi permette di entrare nel suo mondo e di guardare il mondo e la vita con i suoi occhi. L’essere fedele a me stesso mi permette di dialogare con il regista, essendo io il suo interlocutore e il destinatario privilegiato della sua comunicazione. Dialogando con il regista, dialogo anche con me stesso, e gli interrogativi che lui si pone sono gli interrogativi che io mi pongo; le soluzioni e le risposte che lui mi offre le confronto con le risposte e le soluzioni che io già posseggo e poi ne faccio un confronto. E’ qui che avviene una sorta di fecondazione spirituale, tra quello che è  il mio mondo e il mondo dell’artista che ha fatto il film.

Io posso aprirmi e dialogare con lui e dialogando con lui, interpellare le mie parti profonde, scontrarmi con gli schemi mentali acquisiti e decidere se voglio cambiarli o meno, se voglio cambiarmi oppure no. Questa fusione è un opera d’arte e quindi non soltanto il regista è un artista, ma anch’io sono un artista, divento artista nel momento in cui do inizio alla fusione di due mondi diversi e sconosciuti fra loro. Il metodo sophiartistico si concentra essenzialmente sulla capacità di un film di offrire processi trasformativi che creano nuova verità e nuova bellezza e sulla capacità che questi processi hanno di trasferirsi dalla vita di un film alla vita degli spettatori. Il processo trasformativo, che è sintesi di uguali e sintesi di opposti, crea bellezza e la bellezza è un campo di energia permanente che genera nuovi processi trasformativi, senza esaurisi mai. (A. Mercurio - “ La vita come opera d’arte e la vita come dono spiegata in 41 film” ed.  S.U.R. 1995)

Questa particolare chiave di lettura rimanda ad una disciplina nata e sviluppatasi nell'ambito della Sophia University of Rome, la Sophia-Art o Cinematerapia (www.sur.it).